Addio a Carletto Bissacco, fantasiosa e amatissima ala sinistra della Pro degli spareggi

Bissacco in un’immagine tratta da”Magia Bianca”

 

Veercelli – All’ospedale di Stradella si è spento, a 76 anni, uno dei giocatori più estrosi e amati della Pro Vercelli di tutti i tempi: Carlo Bissacco, per tutti Carletto. Lascia la moglie, Luigina, ed i figli Luca e Matteo: Bissacco è stato uno dei grandi protagonisti dell’indimenticabile avventura degli storici spareggi del 1971, a Novara e a Torino, con la Biellese.

Era nato a Basaluzzo, in provincia di Alessandria, e aveva esordito (con l’amico Edo Iussich) nelle giovanili della Sampdoria, vincendo il Torneo di Viareggio: il che gli aveva consentito di assaporare, diciottenne, la serie A, con i blucerchiati in una per lui memorabile partita vittoriosa con il Milan, a San Siro.

Poi, come ricorda Bruno Casalino nel libro “Magia Bianca”, dedicato appunto agli spareggi del ‘71, durante il servizio militare, era andato a giocare nel Frosinone, dove aveva subito un grave infortunio che lo aveva tenuto fermo addirittura per tre anni.

Nel 1968, Secondo Ressia, infallibile talent scout, lo aveva portato a Vercelli: pur non essendo un goleador (ala sinistra funambolica era soprattutto un fantastico assist-man per l’amico fraterno Tonelli) aveva esordito il 22 settembre di quell’anno con la Castor Torino addirittura segnando una tripletta.

In totale con le bianche casacche ha disputato cinque stagioni, fino al 1973, con 123 gare – tra campionato e Coppa Italia – con 14 gol. Dopo Vercelli, che era però diventata la sua città adottiva (ci aveva aperto anche una boutique in via Galileo Ferraris), era andato a giocare nella Vogherese e nel Pavia, per poi chiudere la carriera a Stradella, dove adesso viveva.

Carletto partecipava sempre alle rimpatriate (cene e pranzi benefici a Vercelli o a Pizzarosto) organizzati da Gianni Gallarati: l’ultima volta fu per Natale, alla Pro Vercelli Tennis.

La sua simpatia, la sua generosità erano rimaste quelle di allora: era impossibile non volergli bene. Ha regalato a Vercelli un calcio fatto di estro, passione. In questi giorni, in Argentina, è morto drammaticamente il “Trinche”, il giocatore adorato da Maradona: Bissacco era un giocatore alla Trinche, alla Vendrame, quei fantasisti che accendono la passione del pubblico.

Il cordoglio tra i vecchi tifosi della Pro (compreso chi scrive) in questo momento è davvero grande e poco fa sono giunte ai giornali anche le condoglianze ufficiali di tutta la Pro Vercelli e del presidente Massimo Secondo.

edm

Ed ecco il ricordo del giornalista Marco Barberis che, con Sergio Robutti e Sebi Astuto, cantò, in quegli anni, rimanendogli poi amica, le gesta di Bissacco sul bisettimanale “La Sesia:

Carletto Bissacco ha vissuto
l’intero percorso esistenziale con lo slancio di un ventenne, forte di un inguaribile ottimismo, sovente all’insegna dell’eccesso, sorridente sempre con quegli occhietti furbi di impenitente monello.
Si nutriva di un’incommensurabile fiducia nelle proprie forze e nella fortuna : le uniche ricchezze per chi, povero, affronta la scala sociale, con il proprio lavoro. Il traguardo della serenità é una conquista difficile; quello del calcio, anche dalla panchina, è un mondo che va combattuto e domato… e quando le ferite della salute colpiscono tra le mura di casa, tutto si fa impervio e buio.
Carletto però non si è mai arreso.
Nel circo del pallone ha portato un’atmosfera da bohémien con gesti di altruismo e generosità insoliti, sconosciuti; concorrenza, rivalità, invidie, sono infatti pane quotidiano.
Ai suoi 76 anni di vita ha chiesto tutto il possibile, senza misura e senza risparmiarsi.
Il pubblico della Pro lo ha amato per la esuberanza del suo impegno, per l’armonia del suo gesto atletico, per la generosa tenacia che non ha mai accusato stanchezza.
È stato per la squadra una preziosa ala sinistra; per i Veterani delle bianche casacche un imperdibile compagnone.
Un’amicizia forte del sentimento di un’intangibile sicurezza.
MARCO BARBERIS
Poco fa ci ha ha inviato queste toccanti parfole Gianfranco Picardi, terzino destro di quella indimenticabile Pro Vercelli, che oggi vive a Milano
Anche è uno era preparato, ci siamo sentiti sino a pochi giorni fa, la notizia della tua morte mi ha terribilmente intristito. La nostra amicizia nata giocando insieme ad Asti e poi a Vercelli, dove abbiamo vissuto dei periodi bellissimi, è continuata con meno visibilità ma sempre con grande affetto,anche successivamente.
Eravamo sempre presenti ad ogni iniziativa dei Veterani e degli amici Vercellesi e ogni occasione era buona per passare ore insieme,ricordando e ridendo dei tuoi simpaticissimi racconti. Ora non ci sarai più e tutto sarà diverso e meno divertente ma rimarrai sempre nel mio cuore è in quello di chi ti ha conosciuto. Mentre ti scrivo,non riesco a trattenere le lacrime.
Ciao Carlo,il tuo ricordo non mi lascerà mai!

 

GIANFRANCO PICARDI

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1 commento

  1. L nostra e’stata una meravigliosa amicizia iniziata sul campo di calcio di Asti,proseguita poi a Vercelli e continuata nel tempo,con minor visibilità ma con lo stesso grande affetto.Ciao Carlo,rimarrai sempre nel mio cuore,per me oggi è un giorno veramente triste e non riesco a trattenere le lacrime mentre ti scrivo!

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