L’incantevole Mozart del Quartetto con Mercelli e la CDJ

Il Quartetto con Mercelli, Rimonda, Benaglia e Kaufman al Leone (foto Renato Greppi)

Ha fatto bene, benissimo, prima dello stupendo concerto di mercoledì nel cortile di casa Alciati del Museo Leone, il grande flautista Massimo Mercelli a chiarire subito il senso di quella frase scritta dal giovane Mozart al padre, il 14 febbraio del 1778, a proposito del flauto, definito “uno strumento che detesto”.

Tutte le volte che vengono eseguiti i quattro Quartetti scritti dal ventunenne Mozart appunto per flauto, violino, viola e violoncello, gli appassionati di musica più ferrati, ma anche i più curiosi, perché semplicemente informati, non possono fare a meno di domandarsi come sia possibile che il genio di Salisburgo possa aver composto musiche di tale incanto per uno strumento che “detestava”.

Mercelli ha risposto alla domanda non posta, che pure aleggiava, affermando che la frase di Mozart andava contestualizzata: “E’ assai probabile che non ce l’avesse con lo strumento, ma con il committente delle musiche, il violinista olandese dilettante Ferdinand DeJean, che non aveva saldato il prezzo pattuito”. Dunque un odio traslato non verso lo strumento, ma nei confronti del flautista che, a fronte dei duecento fiorini pattuiti per avere da Mozart “tre piccoli, facili e brevi concerti e un paio di Quartetti”, gliene aveva dati meno della metà, andandosene poi a Parigi.

Ci sarebbe in ogni caso da aggiungere che, pur lamentandosi del pagamento solo parziale della commissione, Mozart non avesse rispettato a sua volta l’impegno, avendo inizialmente consegnato a DeJean “due concerti e tre quartetti”, che poi diventarono appunto i quattro Quartetti (di cui uno per giunta brevissimo): il che non era ciò che era stato pattuito. Ma si sa del caratterino dell’autore del Don Giovanni.

Una lunga introduzione per spiegare, nei dettagli, come gli storici della musica intendono che sia davvero andata anche se per la verità, non si saancora con esattezza il periodo durante il quale i Quartetti furono effettivamente composti: si pensa appunto  tra il 1777 e il 1778, quando Mozart era a Mannehim. Certa solo la data del primo Quartetto (l’ultimo eseguito mercoledì): il K285 (25 dicembre 1777), che contiene quell’Adagio con i pizzicati degli archi così bello da essere ritenuto dai critici come uno dei più incantevoli brani che siano mai stati scritti per il flauto. E visto che anche Mercelli la pensa nello stesso modo (l’ha detto chiaramente al concerto) si può arguire che, Mozart componeva musica sublime anche per gli strumenti che (forse) non amava.

Noi abbiano invece amato l’interpretazione che Mercelli, la violinista Giulia Rimonda, il violista Vittorio Benaglia e la violoncellista sedicenne Chiara Kaufman ci hanno regalato. Uno dei più acclamati flautisti del mondo si è messo a disposizione di giovani musicisti che, pur bravissimi e di sicuro avvenire, avevano anche quarantasei anni meno di lui con l’umiltà che hanno solo i veri grandi artisti. Esecuzione musicale a parte, l’empatia che si è creata tra questo gigante (anche fisicamente) della musica e il pubblico è stata un elemento tangibile.

Giulia Rimonda, la vera, riconosciuta leader della CDJ alla fine era raggiante: la sua idea di far partecipare il maestro preparatore ai concerti del Viotti Festival Estate 2021 è stata vincente e sarà ripetuta, a meno che questa violinista straordinaria, che ha nel Dna, oltre alla musica, anche la propensione manageriale della madre, già non stia elaborando qualcos’altro. Conoscendola ne siamo pressoché certi.

Insomma, avevamo speso parole ammirate per l’evento guidato da Lucchesini, questo è stato di pari livello. Cresce Giulia con la sua “petite band” di giovani d’immenso talento della CDJ e, di riflesso, crescono la Ducale Senior  il Viotti Festival. E domenica i duecento fortunati che potranno accedere ai posti disponibili in Sant’Andrea (causa le limitazioni Covid) vivranno un’altra serata indimenticabile. Ne siamo certi e ne riparleremo. Se non avere ancora prenotato il posto gratuito in basilica, affrettatevi.

 

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1 commento

  1. “Cosa” avrebbe mai composto Mozart con la clausola “pagamento anticipato”? Massimi capolavori o estremi fallimenti?
    Immagino come sarebbe potuta andar a finire.
    Mozart e un ricco dilettante olandese s’incontrano, la scena si svolge nella casa del Mercante, qua e là si vedono dipinti di Vermeer..
    MOZART (INGRUGNATO) – per quel colossale lavoro che mi chiedete, ci vogliono (lunga pausa) 5mila fiorini… non uno di meno, chiaro?
    Mercante – (esce di scena)
    … pochi istanti dopo
    M. – .. dopo che mi avrete consegnato gli spartiti le vostre quotazioni raddoppieranno.. ecco Voi 10mila fiorini!… (e consegna un sacco di monete d’oro)
    M. – (comincia a contare le monete..
    alcune ore dopo…
    M. (se ne sparisce di scena profondendosi in inchini…)
    M… (preceduto da un Urlo, in olandese) ho preparato per Sua Eccellenza due magnifici cavalli, fornitimi alla bisogna da alcuni fornitoriiiii…
    M. (va all’osteria e poi a farsi un giro per le “vetrine”… dimentica totalmente l’ordinativo)
    EINDE
    – – – – –
    SECONDO finale
    M. (nel contare i fiorini scopre due o tre falsi della Zecca di Desana) alzando lo sguardo verso il committente (diviene improvvisamente paonazzo) prima di uscire per sempre dalla scena (col denaro) rifila un poderoso uppercut a quel pronunciato mento, olandese.

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